La frasi motivazioni non sempre motivano. Certe volte fanno pure danni irreparabili. Eppure le amiamo spesso per quel retrogusto un po’ amaro di cose perdute.

Le frasi motivazionali sono quei pericolosi agglomerati di parole che quando sei giù e sai che sta andando tutto a puttane, improvvisamente accendono una luce di speranza (ricordiamo che se tutto deve andare a puttane ci andrà lo stesso, checché ne dica la legge Merlin. “Sapessi andarci io” avrebbe aggiunto Baglioni).

In mezzo alla girandola di contenuti quotidiani che fanno rabbrividire, nella consapevolezza che a Jim Morrison sono state attribuite migliaia di frasi che non ha mai pronunciato, che a Coelho sono state attribuite migliaia di frasi che purtroppo ha davvero pronunciato e che c’è un desiderio innato di condividere citazioni, aforismi e frasi che in qualche modo ci identificano e determinano (“tu sei ciò che condividi” disse una volta Jim Morrison), oggi voglio approfondire cinque tra le frasi motivazionali che meno sopporto.

1) Vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo 

Questa frase è allarmante. Cioè, non solo non motiva, ma è addirittura pericolosa.

Immagina quello che faresti sapendo di non avere disponibilità del giorno dopo.

Alcune possibilità:

– Vendicarti di qualcuno, magari andandolo a picchiare con le tue nude mani. Il giorno dopo sei vivo e in carcere.

– Andare dal tuo datore di lavoro, scaraventandogli addosso una serie esaustiva di insulti. Il giorno dopo sei vivo e disoccupato.

– Provarci con ogni donna possibile, ricevendo un sonoro 100% di 2 di picche. Il giorno dopo sei vivo e senza dignità.

2) Se puoi sognarlo, puoi averlo. 

Una delle più grandi menzogne a cui veniamo abituati sin da piccini: quella del poter avere tutto ciò che ci passa per la testaBasta desiderarlo con grande forza.

Eccoti un eccesso di realismo: se desideri fare cacca e sei stitico, l’unico desiderio che puoi realizzare sforzandoti con grande trasporto è quello di farti venire le emorroidi.

E se proprio vuoi far funzionare il concetto del “se puoi sognarlo puoi averlo”, devi essere pronto a portarlo alle estreme conseguenze. 

Se puoi sognarlo e non riesci ad averlo puoi sempre rubarlo“.

Insomma, un collier da 50,000€ lo puoi sempre portare via con un furto con spaccata.

(Non vedevo l’ora di scrivere furto con spaccata. La prima volta che ho letto questa espressione nella cronaca ho immaginato questa ballerina che dopo due volteggi e un grand jeté si esibisce nella spaccata del secolo. Le telecamere a circuito chiuso vengono utilizzate dalle forze dell’ordine per poter assegnare un voto alla performance artistica)

E ancora: se hai sognato di possedere carnalmente Belen, ti consegno l’amara verità. No, non puoi averla (e col Roipnol non vale). 

3) Il calabrone non può volare, ma lui non lo sa e vola lo stesso

Quanti motivatori hanno sguazzato dentro questa balla? Se ne contano a migliaia. 

Per andare al nòcciolo della questione: secondo questa teoria, il calabrone ha una composizione strutturale che, sulla carta, non gli consentirebbe di poter volare. Il calabrone non sa di questa sua impossibilità teorica e vola lo stesso.

Su questa bufala, che a quanto pare nasce da un errore di calcolo di uno scienziato tedesco durante gli anni ’50, quello che ritengo maggiormente interessante è che si mantenga attiva decenni dopo essere stata smascherata. Come se la gente. ad esempio, credesse a quella balla madornale della terra di forma sferica.

I calabroni possono volare e volano, e lo fanno alla faccia nostra che siamo piantati al suolo. 

Potremmo trasformare la frase così:

“Adinolfi non potrebbe parlare, ma lui non sa di non avere un cervello, e lo fa lo stesso”. Ma non lo facciamo, perché abbiamo imparato dalla frase 1) che vivere come se non ci fosse un domani può creare problemi.

Tornando seri per un attimo: come la penso? 

Abbiamo, secondo me, il dovere morale di far fruttare le doti che abbiamo la fortuna di possedere

Se nasciamo con le ali, spieghiamole e voliamo. 

Se nasciamo senza ali, ma abbiamo la capacità e l’ingegno per poterle realizzare, facciamolo, magari stando attenti a non volare troppo vicini al sole (Icaro, Icaro quante volte ti avevo detto di non bere prima di volare). 

Se nasciamo senza ali e ci manca l’ingegno per realizzarle allora dovremmo approfittare delle nostre gambe e correre veloce. 

Se non siamo bravi nella corsa, passeggiamo con grazia. 

Se passeggiare ci annoia, c’è sempre “Uomini e Donne”, dopo pranzo.

4) La vita inizia alla fine della tua zona di comfort 

Davvero. Io lo capisco il buon proposito che c’è dietro questa frase.

So che uscire fuori dalla zona comfort significa venire fuori dalla nostra routine, da facili binari, e avere la possibilità di provare altre sensazioni, di arricchirsi di nuovi punti di vista. 

C’è solo un problema: sono già gli eventi a spingerci fuori dalla zona comfort, mò vuoi pure farmici andare coi miei stessi piedi? Ma un pizzico di tregua no? 

Va bene, mi hai convinto. Si comincia:

– Il letto è troppo comodo. Frapponi degli spuntoni tra te e il materasso.

– Fuori dall’ufficio ci sono 42 gradi. Dentro c’è un’atmosfera fresca e temperata: allora spegni l’aria condizionata e genera un clima da savana anche dentro, ché hai sempre amato vedere da vicino gazzelle e leoni, per capire cosa succede la mattina quando si svegliano e chi è che corre più veloce.

– Hai una visione olistica e spirituale della vita e del genere umano in particolare. Credi nell’amore universale. È giunta l’ora di andare a un comizio di Casa Pound e fraternizzare con gli astanti (provare ad aiutarli a casa loro, in pratica).

D’altronde: “Se vuoi qualcosa che non hai mai avuto devi fare qualcosa che non hai mai fatto“.

5) Spara alla luna. Se fallisci, sarai comunque tra le stelle 

Una delle cose più aberranti che io abbia mai letto in vita, figlia non unica di madre incerta (non parliamo degli altri parenti aristocratici come “non accontentarti dell’orizzonte, cerca l’infinito”).

Sostanzialmente vuol dire che: anche se hai ambizioni miti, punta all’obiettivo massimo, mal che vada ti attesterai su un risultato importante.

Ripropongo la formula eccesso di realismo: se punti troppi in alto e manchi il bersaglio, non ti fermi a mezz’aria, ma ti spiaccichi sul cemento. Metti caso che hai l’oceano sotto, sfatiamo anche il mito che l’atterraggio sia più morbido: ti spiaccichi lo stesso, anzi sarà ancora più complicato trovare il cadavere.

Tutto questo mi ricorda un ex capo che tanti anni utilizzò una metafora brillante e che mi piace ogni tanto ricordare.

La nostra piccolissima azienda, oltre alle consulenze con cui si sostentava, cercava di vendere un prodotto improbabile (e praticamente inesistente, se non sulla carta) a dei clienti molto grossi.

Questi clienti ci ignoravano in un modo che potrebbe somigliare a quello con cui Bob Dylan ignora l’esistenza di Anna Tatangelo

Un bel giorno  – miracolo! – una di queste aziende si prese la briga di rispondere alle nostre mail, chiedendoci una presentazione più approfondita del prodotto. 

Presentazione che, ancora esaltati dalle scariche di dopamina generate da quell’inaspettato barlume d’attenzione, preparammo nottetempo.

L’affare ovviamente non si concluse, ma quell’ex-capo era talmente eccitato dall’avere ricevuto una richiesta, che nel corso degli anni continuò a mitizzare quell’evento: 

“Immagina che tu sia nella stessa stanza con la Bellucci. Sai che sei troppo fuori dalla sua portata, e che quindi non hai alcuna possibilità di andare a letto con lei. Ecco, alla fine della serata a letto con lei non ci sarai davvero andato, ma hai rimediato una toccata di tette: a noi è andata così!”.

Ecco: alla fine non solo non abbiamo fatturato nulla, ma resta il fatto che quelle tette non le abbiamo comunque toccate, se vogliamo essere pignoli.

Insomma, possiamo essere motivati anche senza frasi magiche, perché ciascuno di noi ha già dentro di sé la forza e l’intelligenza per trovare la giusta motivazione (Jim Morrison).