Giro di vite di Facebook: nella lotta alle fake news farà diventare vere tutte le notizie false.

Hanno destato scalpore le dichiarazioni di Mark Zuckerberg sull’evoluzione di Facebook per combattere l’annosa guerra alle Fake News.

“Non ci saranno più notizie false, se tutte le notizie false prima o poi diventano vere” dichiara Zuckerberg in un post pubblicato ieri sul social network di Menlo Park.

Un giro di vite geniale, proprio quando la battaglia sembrava persa e l’unica via d’uscita sembrava quella di rimandare la gente a scuola ed educarla a distinguere una notizia vera da una notizia falsa.

“Troppo complicato. Prendiamo l’Italia. Come faccio a spiegare la differenza tra disinformazione, notizie false, allarmismo, propaganda e satira in un paese in cui solo il 40% della popolazione legge almeno un libro in un anno? E chi mi dice che quel 40% non legga, ad esempio, un solo libro, e quel libro non sia di Fabio Volo? O peggio ancora, di Paulo Coelho?”.

Questa l’amara conclusione di Zuckerberg, che però ha già trovato la soluzione.

Come già spiegato nell’intervista esclusiva rilasciata al “The Onion”* sono stati stanziati 45 miliardi di dollari per creare il dipartimento “Fake as a Pancake” costituito da 100,000 dipendenti deputati a fare diventare vere tutte le notizie false dell’universo.

“La soluzione l’avevo già in tasca e non in senso metaforico” continua un Zuckerberg a ruota libera “Pensate a tutte le bufale che minacciavano una versione di Facebook a pagamento. Questa storia non mi dava pace, non ho dormito intere notti. Poi una mattina mi son svegliato e ho realizzato: hey, ma Facebook è mio! Sarà facilissimo farlo diventare a pagamento, rendendo vere centinaia di notizie false.”

Il caso italiano è abbastanza peculiare, riconosce Frodo Zuckerberg, fratello di Mark e capo del gruppo antifake.

Interrogati su quali bufale siano state più complicate da tradurre in realtà Frodo non ha dubbi:

“Le bufale scientifiche, di sicuro. Stiamo sintetizzando un vaccino che provochi finalmente l’autismo, ci siamo vicinissimi. Non vediamo l’ora! E che ne dite di questo profumo che stiamo creando nei nostri laboratori? Le donne che lo metteranno potranno fare appassire le piante, ma solo nei giorni in cui hanno a che fare col Barone Rosso**”.

Nonostante la genialità della soluzione non tutto è rose e fiori.

Un po’ di preoccupazione per alcuni VIP che, nel ginepraio di notizie di morti finte create ad hoc per acchiappare clic, sentono sul collo i cecchini assoldati da Facebook per rendere vere quelle morti.

Si narra di un Pizzul barricato nella sua casa di Udine e di un Bonolis che gira col giubbotto antiproiettili nei paraggi di Cinecittà.

“Purtroppo l’Italia ci sta dando del filo da torcere. Il caso dei diritti negati a Facebook, è un esempio esemplare” aggiunge Frodo Zuckerberg.

“C’è una fetta preoccupantemente alta di italiani che copincolla frasi come -Non do a Facebook o a nessuna entità associata a Facebook l’autorizzazione ad usare le mie foto, informazioni, messaggi o post, sia passati che futuri-. Capisco che nessuno legga i termini e condizioni, ma con dei rincoglioniti del genere cosa possiamo fare?

Il fatto che questa bufala sopravviva da oltre 10 anni ha mandato in palla l’algoritmo anti-fake utilizzato dal nostro dipartimento. Non abbiamo potuto lavorare per ore! La soluzione che stiamo vagliando al momento è quella di contattarli uno per uno e far finta di elemosinare l’accesso alle foto dei loro cibi dozzinali o del matrimonio dello zio di Sicilia”.

Tutte piccole difficoltà che sicuramente fanno parte del gioco, per una iniziativa lodevole e che il popolo di internet ha comunque promosso a pieni voti, rispondendo con milioni di “Mi piace” sul post di Mark Zuckerberg.

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*Il post è basato su un articolo satirico di The Onion. Ogni diritto di The Onion rimane a The Onion. Ma neanche The Onion può immaginare quanto l’articolo di The Onion calzi bene in Italia.

** Il Barone Rosso è un modo colloquiale ed easy per definire le mestruazioni, insieme ad altre eleganti espressioni come “Quei giorni lì”, “Il visitatore mensile”, “I giorni della rugiada” e “Rosso di sera, Bel tempo si spera”.